Bagni di Petriolo

Ultima modifica 17 novembre 2020

Bagni di Petriolo
Le prime notizie sui "Bagni di Petriolo" risalgono al 1230. Nel mese di giugno di quell'anno il Comune di Siena inviò il notaio Bonfilio a fare l'elenco delle persone "qui iverant ad balneum". Leandro Alberti nella sua descrizione dell'Italia afferma, che i Bagni rammentati da Marco Tullio Cicerone nell'orazione pro Marco Caelio siano quelli di Petriolo e che di loro parlasse Marziale nei suoi epigrammi.
La recente scoperta delle tombe romane nelle vicinanze di Petriolo ne fornirebbe una prova tangibile. Nel 1404 fu realizzata la fortificazione delle Terme di Petriolo - unico esempio rimasto delle terme fortificate di cui si possono ancora oggi ammirare le mura e la Torre della Repubblica Senese. Famosi per le proprietà curative delle acque sulfuree, i Bagni di Petriolo erano frequentati da molti personaggi illustri, fra i quali esponenti delle famiglie dei Medici e dei Gonzaga, cardinali, duchi ed un eccellente frequentatore abitudinario il Pontefice Pio II - Enea Silvio Piccolomini.
Nel 1907 Petriolo già figurava nell'elenco ufficiale delle acque minerali d'Italia, pubblicato dal Ministero dell'Interno. Oggi il vecchio e ormai angusto stabilìmento è sostituito da una moderna e confortevole stazione termale dotata delle più sofisticate attrezzature per le cure delle vie respiratorie, dell'apparato locomotore e per i trattamenti dermoestetici.
La stagione termale di solito si protrae da Maggio a Ottobre con apertura nei giorni feriali e nei periodi di maggior affluenza dalla prima mattina al tardo pomeriggio. Alle Terme di Petriolo si giunge facilmente percorrendo la superstrada Siena-Grosseto. Per chi proviene da Grosseto al Km 45, dopo il viadotto sul Farma, trova il cartello con indicazione dell'uscita per le Terme di Petriolo. Arrivando da Siena al Km 27 si trova agevolmente lo svincolo per raggiungere lo stabilimento.

Nei dintorni
La fortezza di Petriolo, posta sul confine di Civitella di Paganico e di Monticiano, è legata al nome degli Ardengheschi ed è famosa per le sue acque sulfuree dai poteri curativi, riconosciuto anche nell'antichità e celebrate da scrittori e poeti quali Folgore da San Gimignano.
Quasi certamente nota ad Etruschi e Romani, Petriolo è ricordata nei documenti a partire dal 1130. Pian piano la fama delle sue acque si estese non solo alle altre regioni limitrofe ma in gran parte d'Italia e fuori, cosicché fu frequentata in ogni tempo da illustri personaggi.
La visita più prestigiosa, almeno per quello che riguarda la storia della Repubblica di Siena, fu quella di Papa Pio II Piccolomini che vi si fermo più volte per curare la "podagra" di cui soffriva e da qui partirono importanti bolle papali.
Il sistema delle "stationes" affittate da Siena ai clienti risale al 1250. La repubblica costruì delle specie di cabine per i singoli bagnanti, condusse accurate ricerche per aprire nuove polle termali e costruì un distretto podarile nel 1330 e poi un vicariato una decina di anni dopo imponendo una gabella sui bagni.
La decadenza ha inizio con il secolo XVI a tutto vantaggio dei bagni di Pignoni e di quelli di San Filippo. Fu l'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena a risollevare le sorti di Petriolo ormai passato alla corona granducale di Toscana e da questa assegnato alla famiglia Cospi nel 1648.
Purtroppo l'ospedale ottenne licenza nel 1713 di demolire le muraglie pericolanti del castello di Petriolo e di avvalersi delle pietre.
Di tale rarissimo esempio di terme fortificate resta gran parte della cinta muraria fornita di torri angolari.
Delle vere terme antiche che erano costruite da quattro locali con volte a crociera resta un solo ambiente che si apre all'esterno con arcate a tutto sesto poggianti su pilastri ottagonali.
Attualmente sono stati costruiti un elegante albergo ed uno stabilimento termale che rinnovano brillantemente con aspetti e confort moderni l'antica fama curativa delle terme di Petriolo.